Pirozzi, il timoniere torna in porto: intervista del Resto del Carlino
Domenico Pirozzi, dopo 10 anni di presidenza, lascia il vertice della Compagnia delle Opere di Rimini.
Da dieci anni al vertice Cdo: si dedicherà all'azienda e al sociale
Intervista di Mario Gradara
Dopo dieci anni di presidenza, Domenico Pirozzi si appresta a lasciare la conduzione della Compagnia delle Opere di Rimini. Saluta una CdO florida, galassia di imprese in forte espansione (scheda a fianco): circa 400 aziende, cresciute di un quinto nell’ultimo triennio. Pirozzi, 60 anni, nato a Napoli, «riminese » dal lontano 1966, moglie e due figli, dal prossimo giugno si dedicherà a tempo pieno alla sua creatura, la Target Service (oggi Consorzio di cooperative Target Sinergie). TS compie vent’anni proprio in questo 2009, dà lavoro a 300 dipendenti e fattura 8 milioni di euro. Le cifre salgono a 400 lavoratori assunti e 10 milioni comprendendo il Consorzio, formato da 5-6 cooperative.
Si occupa di «outsorcing»: logistica e gestione dei magazzini, a livello nazionale. Partiamo da CdO: quando formalizzerà il passaggio di mano?
«Tra giugno e luglio prossimi — spiega Pirozzi —, in occasione dalla Settimana della Solidarietà, si terrà la rielezione del direttivo. E quindi della presidenza».
Chi le succederà alla presidenza della Compagnia delle Opere?
«Ho due vicepresidenti molto validi, Gianluca Conti e Orazio Tancini».
In seno alla CdO il modus operandi di Pirozzi ha sempre puntato, anche a fronte del diffondersi della crisi a sostenere i «distretti locali».
«Rimini è un esempio virtuoso in tal senso—dice —. Distretti che si reggono nell’intreccio virtuoso tra spinta all’intrapresa nella comunità sociale, tessuto capillare di piccole imprese, diffusa rete di banche territoriali di tradizione popolare. Ciò in contrapposizione alle bolle delle economie virtuali». Pirozzi mette anche in guardia dal rischio di «velleitarismo» per un’operazione come il Piano strategico, se non si tiene conto dei fattori positivi presenti in loco. Ma parliamo un po’ della sua «creatura». Com’è nata?
«Vent’anni fa. I primi anni sono stati abbastanza semplici. Facevano servizi per le imprese. Una curiosità: abbiamo anche fatti gli ‘strilloni’ del Carlino, vendendo il giornale in spiaggia. Abbiamo sempre lavorato con lo stesso spirito che caratterizza la CdO: attenzione al lavoro, attenzione a chi ha bisogno di lavorare. All’interno del Consorzio, costituito 10 anni fa, c’è anche una cooperativa sociale, In Opera, formata da persone svantaggiate. E poi diamo grande attenzione alla formazione».
Che servizi fornite esattamente?
«Non direttamente i trasporti salvo eccezioni, ma la logistica. Gestiamo i magazzini di grandi aziende, quello di Cagliari della Marr, poi per Partesa, gruppo Heineken. Ma anche il magazzino ricambio mezzi dell’azienda che cura la raccolta rifiuti a Milano. E il servizio di prenotazioni call center dell’Ausl di Rimini, il Cuptel, avviato all’epoca della direzione Carradori».
Quanto «pesa» il settore alimentare tra i vostri servizi?
«Metà è alimentare, metà diviso tra aziende pubbliche e altri settori privati».
Quando è avvenuta la svolta, per Target Service?
«Intorno a dieci anni fa — prosegue Pirozzi —, quando è appunto nato il Consorzio. Iniziò una progressiva tendenza delle aziende ad occuparsi sempre più del loro solo ‘core business’, delegando all’esterno i servizi accessori, dal magazzino ai trasporti e così via. Una tendenza che oggi è ancora più accentuata».
Il momento più difficile?
«Tra 2002 e 2005 abbiamo forse fatto, come si dice, il passo più lungo della gamba. In termini di dipendenti, sede ecc. Sono stati 2-3 anni duri. Poi ci siamo riorganizzati e riavviati. Puntiamo molto su consulenze, formazione, risorse umane. Lo spirito è quello della CdO: far crescere le persone, far crescere l’impresa. Quando assumo un quadro intermedio, chiedo ai collaboratori una persona capace tecnicamente, ma soprattutto capace di lavorare e collaborare con gli altri, fare squadra».
Oggi sentite la crisi?
«No, forse perché l’alimentare nel complesso tira sempre. Se non si mangia carne, si mangia la pasta».
Già. Progetti per il futuro?
«Cerchiamo alleanze nazionali forti. Già avviata quella con Number One, di proprietà Barilla. Come dice il nome, sono i leader nel nostro mercato in Italia»
Pubblicato su Il Resto del Carlino edizione di Rimini