«Uno dei principali falsi miti che circola nel mondo della logistica è che l'outsourcing venga fatto perché un'attività non è importante o centrale nella strategia di un'azienda. Nulla di più falso: la strategia aziendale è fatta di attività di core competence e di attività che sono coessenziali ma che possono essere svolte da partner di business, come può essere il caso della logistica fatta da operatori logistici». Damiano Frosi, project manager dell'Osservatorio logistico del Politecnico di Milano, esordisce così al convegno organizzato a Riccione dall'azienda riminese Target Sinergie, in collaborazione con Unindustria Rimini e Adaci, dal titolo «Le leve dell'impresa futura: dall'Outsourcing alla Contract Logistics» e moderata da Davide Zamagni, presidente di Target Sinergie.

Al ricercatore milanese fa eco il secondo relatore della giornata di studio, l'avvocato Gianvincenzo Lucchini, dello studio Lucchini Gattamorta e associati di Bologna: «Quando un'impresa decide di terzializzare un'area del proprio business è una cosa molto delicata, quando l'area da esternalizzare è la logistica, la delicatezza diventa quasi una criticità. Una logistica non adeguata è senz'altro in grado di porre nel nulla anche la produzione e il settore commerciale più smart e sofisticato. La società di successo ha la necessità assoluta di inserire nella propria catena del valore una capacità logistica di grande spicco. Non tutti ci riescono ed è il motivo per cui si cerca un partner che possa portare nella catena del valore una capacità logistica sofisticata almeno quanto è sofisticata la capacità industriale o commerciale dell'azienda stessa».

Alla platea balneare – il convegno è stato organizzato nell'inconsueta cornice della spiaggia di Riccione – fatta di imprenditori, manager e consulenti d'impresa, Frosi ha ricordato il valore del mercato dell'outsourcing logistico: «La logistica sta crescendo nel mercato italiano, parliamo del 2 – 3% negli ultimi sei anni, è un mercato che vale 80 miliardi, quindi non poco, di cui circa la metà in appalto. Il vero mercato, quello che le aziende danno all'esterno, l'outsourcing logistico, vale 43 miliardi di euro». Cifre importanti, dopo le quali Frosi ha puntato l'attenzione sull'evoluzione del settore. «Il trend di questo periodo è di affidare al fornitore di servizi logistici non solo le attività tradizionali come la movimentazione di magazzino, l'ultimo miglio e il trasporto, - ha detto il ricercatore del Politecnico di Milano - ma anche altre attività che tradizionalmente l'azienda normalmente gestiva in proprio. Esempi sono la gestione del fine linea produttivo, che viene dato a un partner logistico, l'approvvigionamento delle materie prime o dei semilavorati all'interno degli stabilimenti, il premontaggio e l'assemblaggio, così come la gestione delle scorte, affidata a terzi».

Frosi ha offerto uno sguardo alle tendenze più rilevanti, come l'ecommerce, «l'unico che cresce a doppia cifra», nel quale tutti i fornitori di servizi logistici stanno cercando di sviluppare un'offerta e al quale tutti i committenti stanno guardando. «Nel 2012, abbiamo mappato nel mondo Consumer circa il 6% delle grandi aziende italiane, nel 2016 siamo arrivati al 43%. Anche qui l'operatore logistico ha una grande importanza nella gestione di questa iniziativa che può essere molto strategica. Un altro esempio di outsourcing è il copacking, nel quale al fornitore logistico viene data la responsabilità di reimpacchettare la merce in caso di ricorrenze o promozioni: viene sempre più spostato a valle nella filiera e lo svolge sempre più spesso il fornitore di servizi logistici».

Gianvincenzo Lucchini si è poi addentrato nella parte legale del rapporto tra committenza e fornitore dei servizi di outsourcing in generale e di logistica in particolare, con le criticità che essa potrebbe comportare. Una disciplina «abbastanza semplice ma estremamente complicata. Semplice nel senso che esiste un contratto, tipico nel nostro ordinamento, complicata perché la legge non ci da un contenuto adeguato allo scopo: il contratto di appalto è stato pensato 70 anni fa per fare case, non certo quello di cui stiamo parlando. Se si vuole istituire e regolamentare un rapporto di questo tipo, nella trattativa per individuare la strategia comune tra committente e fornitore, si dovrà creare una piena coerenza tra il contenuto nelle trattative e ciò che viene trasposto nel contratto. Il contratto riporterà la descrizione analitica di ciò che accadrà nello svolgimento delle attività. Diventa da un lato la legge tra le parti, e dall'altro il manuale che disciplina in maniera puntuale ma pragmatica il rapporto tra committente e fornitore di servizi logistici».