Su Csr news, la newsletter del Consorzio Sociale Romagnolo, è stata pubblicata l'intervista a Simone Vezzali, presidente della cooperativa sociale In Opera, nonché direttore del personale del gruppo Target Sinergie.

Simone Vezzali, presidente della cooperativa In Opera dal 2011: dopo oltre un anno dell’insediamento del nuovo CdA del CSR, può raccontare quali sono le sue sensazioni rispetto al lavoro che viene svolto dal CSR e sull’importanza del suo ruolo?

In quest’ultimo anno è cambiata la configurazione del CSR, sicuramente grazie al fatto che c’è stato un ricambio generazionale nel CdA, un passaggio che ha generato la necessità di creare una direzione operativa più strutturata e più dinamica. Questo cambiamento è stato un bene perché ci ha permesso di supportare adeguatamente la trasformazione del CSR da ambito territoriale riminese all’Area Vasta Romagnola. Il dinamismo della direzione ha permesso di superare le difficoltà che potevano derivare dalla poca conoscenza delle nuove realtà aggregate.

Ora il CSR con l’ingresso delle nuove cooperative del ravennate e del forlivese si è ampliato decisamente, assumendo i contorni di consorzio di Area Vasta: cosa ne pensa di questo allargamento?

Il CSR è una grande opportunità, che è nata dall’aver colto una necessità: un soggetto di area vasta per competere nelle gare del sociale. Era Romagnolo di nome, ora lo è anche di fatto, e ha avuto un suo primo battesimo sul terreno di bandi di ampio respiro. Se ci fermiamo però a questo solo ambito, rischiamo di perdere la vera opportunità che è la creazione di un soggetto davvero portatore di contenuti sociali di portata molto più complessa, che travalicano i confini ristretti ai quali siamo abituati come singole cooperative. Come fare a sfruttare la nostra opportunità ed essere portatori di nuovi contenuti? Di sicuro continuando il lavoro dei gruppi tematici – commerciale pubblico e privato, comunicazione, inserimenti lavorativi – aggirando il rischio di non portarli avanti con la dovuta continuità. Faccio un po’ di autocritica, su questo. Ma sono conscio che avere tante forze fresche e punti di vista nuovi possono darci nuova linfa e contenuti da elaborare: non possiamo perdere le nuove opportunità che ci donano i colleghi romagnoli appena entrati.

Quali sono le sfide più importanti che secondo lei il CSR ha davanti a se’?

Per la sua esistenza il CSR ha bisogno di affrontare il mercato sempre di più con professionalità. E’ quello che ci chiedono i nostri clienti sia pubblici sia privati. Ma occorre farlo senza “far fuori” la nostra identità sociale. Questo significa che occorre investire in ambito formativo, progettuale, comunicativo.

Su cosa sta lavorando oggi In Opera?

Stiamo lavorando a un allargamento della base sociale, che significa però anche un maggior coinvolgimento dei soci. E registriamo anche un andamento molto altalenante dell’occupazione. Territorialmente abbiamo cambiato il nostro target di lavori, i luoghi dove avevamo concentrate le commesse. Ora grazie a collaborazioni che abbiamo costruito, i nostri cantieri sono situati dall’Abruzzo alla Lombardia, un cambiamento che ci ha portati a un diverso e più duttile approccio organizzativo, oltre ad averci aperto a diverse esigenze sociali.

Qualche numero della cooperativa: quanti operatori e quanti diversamente abili?

Al primo dicembre 2015 dovremmo raggiungere i 100 lavoratori, di cui 47 appartenenti a categorie protette, il che ci porta a sfiorare il 50% di occupazione sociale. Sull’ampliamento a nuovi soci non posso essere preciso perché il processo è in corso, ma stiamo parlando di un aumento davvero significativo.

Tra i servizi della cooperativa, ne è nato qualcuno di nuovo particolarmente importante o diverso rispetto al passato che la qualifica in maniera interessante?

Abbiamo accresciuto notevolmente il nostro impegno rispetto alla gestione di servizi di tipo Cuptel sanitario, con partner incontrati sul nostro cammino con i quali abbiamo partecipato a gare di grande respiro. Questo ci ha permesso di partecipare a occasioni che prima non ci sognavamo nemmeno di guardare.

Come immagina il futuro della sua cooperativa?

Sempre più qualificata nella gestione dei servizi, ma sarebbe una prospettiva affascinante sviluppare nuovi progetti in ambito produttivo, penso alle occasioni legate alla natura o alla produzione agricola.

Adesso che il CSR è di area vasta, cosa cambia per in Opera?

Si aggiungono nuovi auspici: che le collaborazioni che abbiamo intrapreso possano diventare proficue anche con i nuovi soci del Consorzio Sociale Romagnolo.